domenica 10 gennaio 2010

Lavoro delle sedie all'intensivo - residenziale

In questa seconda fase, le persone vengono fatte sedere una di fronte all’altra sulle sedie collocate nel tempio che c’è all’interno dell’ agriturismo “Spagnulo” che si trova ad Ostuni. I partecipanti vengono invitati a sedere sulla sedia che preferiscono e, in silenzio, aspettano che tutti si siano accomodati. Il maestro a volte cambia la collocazione di alcune persone mettendole di fronte alla persona che, secondo lui, ha la capacità di facilitare meglio l’emergere di queste emozioni. Alle persone sono stati precedentemente forniti un quaderno e una penna dove devono annotare le risposte che vengono date da chi hanno davanti. A questo punto, il maestro comunica la domanda che, a turno, le persone devono urlare a chi hanno davanti e, al suono del gong, il lavoro comincia. Quando il gong viene percosso, i maestri che partecipano a quell’intensivo (i maestri che partecipano sono sempre abbastanza numerosi e non si siedono sulle sedie, a meno che non chiedano espressamente di farlo o non vengano espressamente invitati dal grande maestro a farlo) cominciano a percuotere con tutta la loro forza degli strumenti che sono stati loro forniti in precedenza: tamburi, maracas, nacchere, tamburelli, bastoncini da battere uno contro l’altro, triangolo ecc. creando un rumore fortissimo. Le persone, per farsi sentire da quello che hanno davanti, devono urlare a squarciagola la domanda indicata dal grande maestro e non ci si può immaginare le scene a cui si assiste durante questo lavoro. Gente che piange, urla, si agita, butta le sedie a destra e a sinistra, si contorce…. Credo che nessuno di quelli che fanno questo lavoro per la prima volta si sia mai trovato davanti ad una situazione di questo genere. Il frastuono che c’è nella stanza, unito ad una sorta di follia generale di quelli che stanno intorno, alle urla, ai pianti e alle sedie che volano, sicuramente contribuisce a far crollare, in molti, l’autocontrollo e ad abbandonarsi anch’essi a urla e pianti.Quando il maestro percuote il gong, la domanda indicata deve essere ripetuta/urlata all’altro senza sosta e per ogni domanda si va avanti circa 15 minuti nel frastuono totale. Le domande che il maestro, di volta in volta, dice di porre all’altro sono, per quanto riguarda il lavoro sulla paura e più o meno in quest’ordine: “Mia madre mi ha insegnato che la paura è..”“Mio padre mi ha insegnato che la paura è…”“Quando ho paura io…”Per quanto riguarda il lavoro sulla rabbia le domande sono:“Per me la rabbia è…”“Mia madre mi ha insegnato che la rabbia è….”“Mio padre mi ha insegnato che la rabbia è…”“Quando sono arrabbiato io….”“Quando mostro la mia rabbia il sentimento profondo che provo è….”Dopo questo lavoro sulla rabbia e sulla paura, si passa al lavoro sulle emozioni profonde che si celano nelle relazioni con le altre persone, maschi e femmine. Prima di passare al “lavoro delle sedie”, questa parte viene preceduta dal lavoro chiamato “no limits”, che dovrebbe servire a focalizzare meglio le persone sulle problematiche di relazione.Dato che, viene detto dal maestro, il modo in cui noi ci relazioniamo con gli altri esseri umani è condizionato dal modo di relazionarsi con gli altri dei nostri genitori, le domande che vengono poste, sempre nelle stesse condizioni, sono:“Mia madre mi ha insegnato che una donna è….”“Mio padre mi ha insegnato che una donna è….”“Per me una donna è…..”“Mio padre mi ha insegnato che un uomo è….”“Mia madre mi ha insegnato che un uomo è…”“Per me un uomo è….”“Come donna/uomo quello che ho creato nelle mie relazioni con gli uomini/con le donne è….”

Tiresia


-continua-