mercoledì 15 settembre 2010

Salvi grazie ad Arkeon

Qualche anno fa, parlando con un appartenente ad Arkeon (allora gruppo Aleph), mi colpì una sua frase. Egli sosteneva che l'obiettivo del lavoro con il suo maestro era quello di aprire la sua interiorità come si apre un cassetto e buttare fuori tutto quello che c'era dentro.
Inutile fu farlo riflettere sulla pericolosità di tale azione.
Sollecitare diverse emozioni e lasciare che la persona ne sia quasi inglobata, senza una giusta interpretazione e senza un corretto utilizzo del setting, risulta pericolosissimo per la psiche di questa.
Non mi meraviglia quindi sentire parlare di persone che hanno tentato il suicidio, probabilmente per l'incapacità di gestire tutto quanto. E non mi meraviglia sentire storie di gente che ancora porta con se i segni di un'esperienza così invasiva e dannosa.
Non mi meraviglia neppure verificare che molte delle persone fuoruscite dal gruppo negli ultimi mesi, l'abbiano fatto solo con i piedi e non con la testa. E' ancora difficile per loro potersi confrontare con la realtà quotidiana, con gli affetti semplici e spontanei familiari e amicali. Ancora le mamme sono vissute come perverse e ancora per alcune donne l'apparente sottomissione al proprio compagno è uno stile di vita da perseguire.
Le persone con le quali ho parlato hanno il terrore che se dovessero cambiare atteggiamento, pur fuori dal gruppo, riceverebbero soltanto tanto male (la superstizione è dominante).
Mi auguro che questa sezione del forum possa aiutare chi vive questo percorso verso la libertà a riflettere e a trovare la strada più giusta per se.

Lorita